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pubblicata il 22 Luglio 2019

Federsanità Anci aderisce al "Manifesto interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita"

 

Sottoscritta oggi, lunedì 22 luglio, dalla Presidente Tiziana Frittelli in occasione dell’Assemblea di Federsanità Anci la carta dei 9 diritti per garantire, oltre alle cure mediche, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita nelle strutture sanitarie.

Roma, 22 luglio 2019 – Federsanità Anci, la Confederazione che riunisce le Aziende sanitarie e Ospedaliere con le Conferenze dei Sindaci aderenti all’ANCI, aderisce al “Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita”. La sottoscrizione è avvenuta oggi, lunedì 22 luglio, nel corso dell’Assemblea annuale di Federsanità Anci che si è svolta a Roma.

“Si tratta di una scelta che traccia un percorso di dignità – ha dichiarato Tiziana Frittelli Presidente di Federsanità Anci - garantendo, oltre alle cure mediche, il rispetto della persona e il supporto spirituale nella fase finale della vita all’interno delle strutture sanitarie”. Alla Cerimonia sono intervenuti Angelo Tanese, direttore generale ASL Roma 1, Maria Angela Falà, presidente Tavolo Interreligioso di Roma e Paolo Favari, Direttore generale Hospice GMC CATTOLICA di Roma/ Direttore generale Villa Speranza, in rappresentanza dei tre enti promotori del Manifesto.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione e il miglioramento delle cure nella fase acuta di malattia hanno determinato e determineranno nei prossimi anni profondi mutamenti dei bisogni di salute – ha sottolineato la Presidente Tiziana Frittelli - con aumento della prevalenza delle patologie croniche e incremento dell’incidenza di condizioni di cronicità molto avanzate che richiedono una risposta da parte delle strutture sanitarie che vada di pari passo con una umanizzazione dei servizi, che tenga conto anche delle diversità culturali e religiose”.

Il Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita è stato presentato pubblicamente e sottoscritto il 5 febbraio 2019 nel Salone del Commendatore del Complesso Monumentale del Santo Spirito, all'interno della Settimana Mondiale dell'Armonia Interreligiosa promossa dall'Assemblea Generale dell'ONU, alla presenza del Ministro della Salute Giulia Grillo e dell'Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Nel mese di aprile al Manifesto è stato attribuito  un prestigioso Riconoscimento internazionale: il Second Prize della "World Interfaith Harmony Week", evento annuale istituito con risoluzione delle Nazioni Unite nel 20IO su proposta del Re Abdullah di Giordania, per promuovere il dialogo interreligioso e la reciproca comprensione tra le diverse tradizioni di fede o di pensiero, fondamentali per una cultura della pace. Primi firmatari del Manifesto, accanto al Comitato Promotore composto da ASL Roma 1, GMC Università Cattolica – Hospice Villa Speranza  e Tavolo Interreligioso di Roma, sono stati: Centro Islamico Culturale d'Italia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Diocesi Ortodossa Romena d'Italia, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Induista Italiana, Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), CSV Lazio (Centro Servizio per il Volontariato), Cittadinanzattiva — Tribunale per i Diritti del Malato. Inoltre è stato sottoscritto da FIaso e FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche).

“Il Manifesto – commenta Angelo Tanese, Dg della ASL Roma 1 - è uno strumento utile per condividere il nostro impegno a realizzare strutture sanitarie più attente al rispetto delle persone, anche nella loro diversità culturale e religiosa, e tanto più nella fase del fine vita. L’adesione di Federsanità Anci è un’altra tappa importante in un percorso di sensibilizzazione e condivisione di questi valori”

“L’adesione dei Comuni Italiani è la nuova conferma del fattore inclusivo rappresentato dal Manifesto, che è anche strumento di affermazione di valori universali – concludono la Presidentessa del Tavolo interreligioso Falà e il Dg di GMC Università Cattolica Favari -. Fin dall’inizio con gli altri Promotori ci siamo posti l’obiettivo di dare concretezza ai nove diritti enunciati nel Manifesto Interreligioso per poterli diffondere e applicare all’interno delle strutture sanitarie e ospedaliere italiane. Stiamo già lavorando in collaborazione con i rappresentanti delle confessioni religiose firmatarie per completare l’elaborazione di linee guida da mettere presto a disposizione di tutti gli operatori sanitari”.


Questi nel dettaglio i diritti sanciti da Manifesto:

  1. Diritto di disporre del tempo residuo
    Ogni persona ha il diritto di conoscere ed essere reso consapevole del suo percorso di cura e del possibile esito, secondo i protocolli terapeutici più aggiornati, affinché possa gestire la propria vita in modo qualitativamente soddisfacente, anche in relazione alla propria spiritualità e fede religiosa.
  2. Diritto al rispetto della propria religione
    Ogni persona ha il diritto di comunicare la propria fede religiosa alla struttura sanitaria affinché possa essere rispettata, in conformità alla normativa sulla privacy.
  3. Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale
    Ogni persona ha il diritto di usufruire di servizi rispettosi della sua sfera religiosa, spirituale e culturale, compatibilmente con le possibilità organizzative. A tal fine la struttura sanitaria deve promuovere adeguati percorsi informativi e formativi per gli operatori.
  4. Diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale
    Ogni persona ha diritto di avere accanto il proprio Referente religioso o Assistente spirituale cui sia garantito l’accesso, compatibilmente con l’organizzazione dei servizi sanitari.
  5. Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale
    Ogni persona ha il diritto nel percorso di fine vita di potersi avvalere di un mediatore interculturale o altra persona competente autorizzata, il cui intervento viene favorito dalla struttura sanitaria.
  6. Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi
    Ogni persona ha il diritto di chiedere, qualora l’Assistente spirituale della propria fede non fosse disponibile, l’assistenza da parte di un Referente di altra fede.
  7. Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari
    Ogni persona ha il diritto di ricevere all’interno della struttura sanitaria il sostegno spirituale e il supporto relazionale per sé e per i propri familiari.
  8. Diritto al rispetto delle pratiche pre e post-mortem
    Ogni persona ha diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem previste dalla religione di appartenenza. La struttura sanitaria è tenuta a conoscere tali pratiche, a formare adeguatamente il proprio personale e a creare le condizioni perché queste pratiche possano essere realizzate, in conformità con la normativa vigente.
  9. Diritto al rispetto reciproco
    Ogni diritto porta come conseguenza il dovere di ognuno di rispettare il credo religioso degli altri, siano essi pazienti, familiari o personale di cura.

 

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