I “Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali” (“PDTA”) sono percorsi di assistenza integrata che prevedono la partecipazione di diversi specialisti e professionisti, costruiti sulla base di linee guida nazionali e internazionali, per la presa in carico globale e la cura di pazienti con una specifica malattia, definendo la migliore sequenza temporale delle attività di diagnosi, trattamento e assistenza.
A chi sono rivolti
Sono rivolti in maniera speciale a determinate categorie di pazienti affetti da patologie croniche e/o complesse che necessitano di molteplici prestazioni mirate e tra loro connesse (di diagnosi, di trattamento, di controllo/follow up e di riabilitazione); di assistenza continuativa, atta a garantire la successione degli interventi clinici secondo un iter che può articolarsi e svolgersi anche in contesti e luoghi di cura differenti (dall’ospedale al territorio).
A cosa servono i PDTA
Il PDTA intende garantire la continuità assistenziale in tutte le fasi del processo diagnostico e terapeutico e coinvolge tutti i servizi e i setting assistenziali che concorrono alla presa in carico del paziente e il supporto a familiari e caregivers. In quanto sistemi integrati di servizi e prestazioni erogati da team multidisciplinari operanti nei diversi ambiti organizzativi (realtà ospedaliera e territoriale), i PDTA mirano ad assicurare l’integrazione delle procedure e dei piani assistenziali. In questo modo si realizza una presa in carico completa attraverso l’implementazione di percorsi intra ospedalieri, inter-ospedalieri e ospedale-territorio, garantendo che ciascun bisogno assistenziale venga soddisfatto nel setting più idoneo.
Miglioramento dell'assistenza
Il PDTA garantisce al paziente cronico non solo il corretto trattamento della patologia ma anche, per quanto possibile, il miglioramento del suo stato funzionale e la prevenzione delle ricadute, con positive ripercussioni sul benessere e la qualità della vita, migliorando gli esiti e promuovendo la sicurezza del paziente. Il sistema integrato di cure assicurato dal team multidisciplinare consente di garantire a ciascun paziente:
Le Demenze rappresentano un insieme di patologie caratterizzate dalla presenza di deficit cognitivi e conseguenti alterazioni funzionali, spesso associati a disturbi comportamentali (Behavioural and Psychological Symptoms in Dementia-BPSD) progressivamente evolutivi con perdita dell’autonomia (IADL) fino alla perdita dell’autosufficienza (ADL).
La prevalenza delle demenze è in crescente aumento nella popolazione generale tanto che il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Alzheimer Disease International (ADI) del 20122 l’ha definita una priorità mondiale per le agende nazionali di salute pubblica.
Attraverso l’applicazione del PDTA Demenze ci si prefigge di promuovere la diagnosi tempestiva della malattia, fornire alla persona malata e ai suoi familiari punti di riferimento sicuri e qualificati, creare una rete tra servizi per ricomporre la frammentazione degli interventi affinché gli attori lavorino in sinergia e favorire la massima condivisione delle conoscenze.
Scopo del Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale per la presa in carico del paziente con Diabete Tipo 2 è assicurare un’assistenza più appropriata, efficace e sostenibile alle persone con diabete. Esso comprende tre profili di cure distinti in base alle caratteristiche della popolazione oggetto dell’intervento, valutata secondo il modello per intensità e complessità di cura previsto dal Chronic Care Model.
Il Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale per la presa in carico del paziente con malattia ematologica (ME) garantisce la continuità assistenziale in tutte le fasi del processo diagnostico e della presa in carico per eventuale ME e coinvolge tutti i servizi e i setting assistenziali che concorrono alla presa in carico del paziente e della sua famiglia, in particolare i Medici di Medicina Generale/Distretti, le Associazioni di pazienti e familiari e le strutture ospedaliere.
I noduli tiroidei sono comuni, con prevalenza maggiore nelle donne e negli anziani. La loro rilevanza clinica risiede nella necessità di escludere il carcinoma tiroideo, presente nel 5-15% dei casi, e di gestire eventuali sintomi. La maggior parte dei noduli (90-95%) è benigna, spesso iperplastica o adenomatosa, richiedendo trattamento solo in casi selezionati. Le opzioni terapeutiche includono chirurgia, trattamenti radiometabolici e tecniche percutanee mininvasive per i noduli benigni. Una corretta selezione dei pazienti e un follow-up regolare sono fondamentali per ridurre costi e interventi non necessari.
Scopo del PDTA è garantire la presa incarico del Paziente e l'inserimento in un percorso integrato che vede coinvolti, nel rispetto delle specifiche competenze, più professionisti della ASL Roma 1 (Endocrinologo, Medico Radiologo, Anatomopatologo, Chirurgo Generale, Otorinolaringoiatra) dalla diagnosi al trattamento e al follow-up.
Nel documento vengono indicati i nodi della rete cardiologica ospedaliera e territoriale, le modalità di accesso del paziente con scompenso cardiaco alla rete e i ruoli dei singoli professionisti territoriali e ospedalieri, nonché delle strutture riabilitative.
Il modello favorisce una assistenza qualificata durante l'intero decorso della malattia e il superamento della frammentarietà dell'erogazione di singole prestazioni, ricostituendo l'unitarietà delle cure.
Scopo del Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale per la presa in carico del paziente con tumore del colon retto è uniformare l'offerta e i servizi in tutte le strutture e i centri aziendali coinvolti nel percorso di screening, diagnosi e terapia dei pazienti affetti da neoplasia del colon e del retto, favorendo al tempo stesso il miglioramento degli standard offerti e l’acquisizione di nuove skills da parte degli operatori coinvolti.
La gestione della patologia tumorale del colon retto richiede il contributo di professionisti di più discipline mediche e sanitarie che collaborano per la diagnosi, la terapia e l'assistenza del paziente.