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1. Dalle Origini all’Ospedale Sistino (Epoca imperiale - XV sec.)


L’Ospedale Santo Spirito, considerato il più antico istituto sanitario della città, vanta più di ottocento anni di ininterrotta opera caritativo-terapeutica a vantaggio di poveri, abbandonati e malati. L’area ove sorge il Santo Spirito, in epoca imperiale era occupata dagli “Horti Agrippinae” di Agrippina Major, che dal Gianicolo si estendevano fino al Tevere, di cui ancora oggi, nei locali sottostanti le Corsie Sistine, sono visibili i resti di muri ad opus reticulatum, pavimenti in mosaico, frammenti di marmi scolpiti e parte di affreschi.

Su quella stessa area, dopo la caduta dell’Impero romano, il re Ina fondò la Schola Saxonum, (da cui il termine Sassia), che rappresentava uno dei tanti centri di accoglienza sorti durante l’VIII secolo per ospitare i pellegrini che giungevano a Roma, presso il luogo simbolo della cristianità: la basilica costantiniana di San Pietro.

L’istituzione dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia affonda le sue radici nel 1198, anno in cui Lotario dei Conti di Segni fu eletto papa con il nome di Innocenzo III il quale fondò quello che diverrà il più importante nosocomio d’Europa, affidandone la gestione al frate provenzale e cavaliere templare, beato Guy de Montpellier - fondatore dell’Ordine ospedaliero di Santo Spirito - con il quale costituì, la Regola del Santo Spirito. Inoltre, attraverso l’istituzione della Ruota degli Esposti, del brefotrofio e del baliatico, era garantita l’assistenza e l’allevamento dei minori abbandonati: i proietti.

Alla fine del ʼ400 Sisto IV, rimoderna l’ospedale avvalendosi di prestigiose maestranze tra cui Baccio Pontelli, Andrea Bregno e Carlo Maratti.  La nuova struttura lunga 120 metri e alta 13 metri, fu denominata Corsia Sistina, divisa al centro da un Tiburio ottagonale e impreziosita da un ciclo di affreschi, commissionati dallo stesso pontefice, con lo scopo di narrare la storia dell'antico ospedale innocenziano, ma soprattutto le gesta della sua stessa vita, impreziosite da didascalie del Platina. Contemporaneamente, sorsero due edifici per i religiosi al servizio dell'Istituto: uno per i frati e uno per le suore. Entrambe le costruzioni, che avevano in comune il refettorio e la cucina, si articolavano intorno ad un chiostro: il Chiostro dei Frati e il Chiostro delle Monache, ove si affaccia l’antica Scuola Medica Ospedaliera.

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