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pubblicata il 27 Luglio 2024

Lo scompenso cardiaco: il ruolo della diagnosi precoce e della prevenzione per salvaguardare la salute

Il Direttore della Cardiologia del Santo Spirito Roberto Ricci ci parla dell'importanza della diagnosi precoce e delle strategie di prevenzione dello scompenso cardiaco, una condizione clinica in crescita che colpisce circa il 10% degli over-65 in Italia.

Lo scompenso cardiaco è una delle principali cause di ospedalizzazione tra le persone con più di sessantacinque anni ed è considerato un problema di salute pubblica di grande importanza. Attualmente, in Italia, circa 600.000 persone convivono con questa condizione, e si stima che la sua prevalenza raddoppi con ogni decennio di vita. Dopo i 65 anni, la percentuale di individui con scompenso cardiaco raggiunge approssimativamente il 10%: questa crescente incidenza sottolinea l'urgenza di affrontare la malattia attraverso strategie di prevenzione, diagnosi precoce e gestione efficace.

Con il Dott. Roberto Ricci, Direttore dell’Unità di Cardiologia del Presidio Ospedaliero Santo Spirito in Sassia – ASL Roma 1, abbiamo approfondito il tema, esplorando le migliori strategie per prevenire questa condizione.

Dottor Ricci, cosa si intende esattamente per scompenso cardiaco e quali sono i segnali precoci a cui prestare attenzione?

Lo scompenso cardiaco è una condizione clinica che purtroppo colpisce molte persone, sia perché l'età media sta sempre più aumentando, sia perché lo scompenso cardiaco rappresenta l'evoluzione progressiva di diverse altre patologie come la cardiopatia ipertensiva, la cardiopatia ischemica, la cardiopatia valvolare. Possiamo definirla come una condizione in cui il cuore non è in grado di sopportare le richieste dell'organismo, per cui si creano delle condizioni di deficit funzionali e cardiologici che si manifestano clinicamente con dei sintomi che sono però aspecifici come debolezza, difficoltà o affaticamento durante sforzo, che possono diventare sempre più progressivi.

Quanto è importante la diagnosi precoce e quali sono gli strumenti attualmente a disposizione per identificarlo nelle sue fasi iniziali?

La diagnosi precoce è di fondamentale importanza. Identificare lo scompenso cardiaco nelle sue fasi iniziali permette di intervenire tempestivamente, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente. Un intervento precoce consente di gestire meglio i sintomi, ridurre le ospedalizzazioni e prevenire le complicanze più gravi che possono derivare da uno scompenso cardiaco avanzato. Oggi abbiamo a disposizione numerosi strumenti, dai controlli ematici agli esami strumentali, per diagnosticare per tempo questa condizione patologica.

Oltre alla diagnosi precoce è fondamentale anche la prevenzione: quali comportamenti possono essere adottati per ridurre il rischio di sviluppare uno scompenso?

Per prevenire l'evoluzione verso lo scompenso cardiaco bisogna agire presto. Nel corso della vita è necessario, innanzitutto, controllare i fattori di rischio: tenere bassa la pressione, il colesterolo, la glicemia, il peso, non fumare. Bisogna poi effettuare dei controlli cardiologici, soprattutto quando compaiono i sintomi citati in precedenza che possono essere indicativi di scompenso: stanchezza, affanno, presenza di edemi, rigonfiamenti alle caviglie. In questa maniera, potranno essere effettuati tutti quegli esami che eventualmente ci porteranno alla diagnosi di scompenso e alla successiva instaurazione delle terapie efficaci.

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